Villaggi operai
in Piemonte

Alla fine dell'Ottocento

Una nuova cultura d'impresa

A fine Ottocento la struttura dell’occupazione in Piemonte cambia radicalmente. Nella sola provincia di Torino si concentra il 70% di forza lavoro della regione, in particolare nel comparto tessile, cartaceo e laniero. La vicinanza alle grandi aree metropolitane, le buone possibilità di collegamento tra le nuove fabbriche e i mercati di rifornimento della materia prima e di sbocco del prodotto finito, la ricca disponibilità di acque canalizzate, usate come forza motrice, la manodopera nella campagna e la possibilità di costruire fabbriche fuori dalla cinta daziaria contribuiscono alla formazione di precise aree di sviluppo. Nel 1864 l’esplicito invito delle municipalità torinesi agli imprenditori italiani e stranieri affinché impiantassero nuove fabbriche sul territorio sabaudo, dopo lo sposamento della capitale da Torino a Firenze, promettendo agevolazioni commerciali, indusse molte famiglia d’oltralpe a edificare nuove fabbrica in zona: Leumann, Gütermann, Remmert, Abegg, Wild, De Planta sono solo alcune dinastie che costruirono imperi manifatturieri.

L’industria tessile è certamente quella che creò nuovi disegni nella geografia del territorio provinciale, affermando precisi distretti di lavorazione. La Bassa Valle di Susa, il Pinerolese le Valli Chisone, la Valle della Stura con Lanzo e Ciriè, la Valle dell’Orco con il Canavese sono in grandi linee le zone segnate da questo decollo industriale. L’area torinese della Bassa Val di Susa fu quella più interessata in questo processo di sviluppo economico-industriale-demografico. Basta dire che agli inizi del Novecento il numero dei lavoratori giornalieri superava in larga misura quello dei residenti. La concentrazione di fabbriche fuori dagli spazi urbani portò una radicale trasformazione in senso urbano dei piccoli borghi fino ad allora centri rurali, trasformandoli in cittadine industriali. Villaggi e quartieri operai si formarono attorno alle fabbriche costruiti con orto-giardini a evocare il passato agricolo della nuova forza lavoro. Nuovi materiali, differenti tecniche costruttive e il ruolo dell’architetto saranno alla base di un nuovo modo di fare edilizia, volta a trovare risposte alle sempre più esigenti richieste della società industriale.

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Villaggi operai in provincia di Torino

  • Setificio Gütermann
  • Maglificio F.lli Bosio
  • Cotonificio Remmert
  • Manifattura Cuorgnè
  • Villaggio RIV-SFK
Perosa Gütermann

Setificio Gütermann

Il Complesso del setificio Gütermann a Perosa Argentina - Via Pietro Chiampo, 16.
In Val Chisone il fenomeno dell’assistenza ai lavoratori si realizza tra il 1895 e il 1949 nel complesso del setificio tedesco Gütermann di Perosa Argentina a nord di Torino, per concludersi nel 1970.

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Maglificio F.lli Bosio

Complesso del Maglificio Fratelli Bosio Via Sestriere - Sant’Ambrogio di Torino.
Nel 1871 i fratelli elvetici Pietro e Augusto Bosio impiantano il loro maglificio a monte dell’abitato di Sant’Ambrogio di Torino, in prossimità del canale Cantarana.

Villaggio F.lli Remmert e Sottocornolo

Cotonificio Remmert

Villaggio F.lli Remmert e Sottocornolo Strada Torino, 180 Lanzo Torinese.
La vocazione industriale della cittadina di Lanzo Torinese, a pochi chilometri a nord di Torino, risale al 1893, periodo in cui sorse il cotonificio Remmert & Sottocornolo, qui ubicato per la vicinanza e la comodità della ferrovia Ciriè-Lanzo per il trasporto della merce.

Manifattura di Cuorgnè

Manifattura Cuorgnè

Manifattura di Cuorgnè - Via Ivrea, 71 Cuorgnè (TO).
Nel 1872, accanto al torrente Orco, nell’Alto Canavese, e sulla strada provinciale Torino-Ivrea un gruppo di industriali italiani, svizzeri e tedeschi insieme ad armatori genovesi ed Istituti di Credito impiantano un grandioso fabbricato per la filatura e la tessitura del cotone.

case operaie VILLAR Perosa

Villaggio RIV-SFK

Villar Perosa (TO).
Il Villaggio operaio di Villar Perosa è situato in Val Chisone ed è legato alla famiglia Agnelli, che qui ha le sue radici. A seguito della fondazione dell’azienda automobilistica Fiat nel 1899, si rese necessario aprire in Italia un’azienda metalmeccanica che producesse tutti i particolari costruttivi di un’automobile, in particolare di cuscinetti a sfera, fino a quel tempo costruiti in Francia.

Complesso del setificio Gütermann

Via Pietro Chiampo, 16 - Perosa Argentina

Gli edifici non formano un villaggio vero e proprio, ma sono sparsi sul territorio a causa delle localizzazioni scelte e del terreno costruibile. Max Gütermann, già fondatore in Germania di una fabbrica di seta, acquista a Perosa un più antico stabilimento per completare il ciclo produttivo e costruisce Villa Gütermann. Per volere del fratello Rudolf e del nipote Arturo vengono costruite le prime abitazioni per operai, dette Case Nuove (1875) in via Chiampo 9. Le altre (1895-1934), in via Roma, si riconoscono perché addossate le une alle altre. A posizione a gradoni sulla collina sono quelle al n. 63 e al 61 dell’omonima via dovute all’ing. Vincenzo Soldati. Con l’espansione dell’azienda negli anni Trenta, che raggiunge 1200 lavoratori, Arturo fa progettare nuove residenze e innovative strutture assistenziali per la sua manodopera. Datano 1910 e 1920 due palazzine impiegati, con piastrelle azzurre e decorazioni liberty. Del 1908 è il convitto con l’adiacente cappella. Del 1931 sono l’asilo infantile e l’asilo nido, lo spaccio aziendale, la scuola elementare con il doposcuola, l’ufficio postale e il campo sportivo. Del 1935 è la colonia elioterapica, mentre il Dopolavoro è del 1937. Buona parte di queste strutture sono tuttora adibite alla funzione originaria, come le abitazioni, acquistate dai locatari, mentre l’asilo e il nido d’infanzia sono ora scuola materna statale e asilo nido comunale. 
Dal 1996 il complesso Gütermann fa parte dell’Associazione Ecomuseo delle Attività Industriali di Perosa Argentina e Valli Chisone e Germanasca che ha il preciso scopo di raccogliere gli archivi delle attività industriali, legate all’industria tessile, di Perosa Argentina e delle valli limitrofe.

Arturo Gütermann

Uomo schivo e paziente, ma sempre pronto ad aiutare il prossimo l’ing. Arturo oltre ad essere capo d’azienda fu sindaco di Perosa nei difficili anni dell’occupazione nazista e della lotta di liberazione partigiana attiva nella Val Germanasca. Il 17 febbraio del 1944 durante uno scontro tra bande partigiane e i tedeschi, l’ingegnere Gütermann salvò da sicura deportazione alcuni civili già ammassati in un cortile. In Paese tutti oggi ricordano come l’ingegnere, nelle mansioni di sindaco, accogliesse nelle sale della sua villa la delegazione nazista, mentre nascondeva, nei sotterranei della sua abitazione appositamente adibita a locazione, partigiani, dissidenti, ebrei e qualunque persona fosse ricercata dalle truppe tedesche di invasione.

"La vita degli altri è importante quanto la mia" - Arturo Gütermann

Complesso del Maglificio Fratelli Bosio

Via Sestriere - Sant’Ambrogio di Torino

L’insediamento è su un’area di 10 mila metri quadrati e rientrava in quel preciso disegno di sviluppo industriale che portò una radicale trasformazione in senso urbano dei piccoli borghi rurali. Per diversificare i loro interessi, poiché entrambi già impegnati da metà Ottocento nel settore birraio a Torino e a Casale Monferrato, gli svizzeri Pietro e Augusto Bosio, decisero di costituire la Società Fratelli Bosio per la tessitura e la confezione di maglie di cotone. Nel 1883 la fabbrica si ingrandisce e nel 1995 dà lavoro a 1400 operai con la produzione che raggiunge circa 18 mila articoli al giorno. Dal 1920, dopo diversi passaggi di proprietà la fabbrica chiude i battenti nel 1953. Oggi lo stabilimento è occupato da diverse attività produttive, ma mantiene ancora la maestosa facciata di gusto neogotico che doveva trasmettere la solidità industriale dei Bosio. Come elegante è il lato orientale dell’edificio con decorazioni in legno di gusto nordeuropeo a richiamare l’origine d’oltralpe degli industriali, ripresi nella Villa Neveux e nelle case operaie dell’intera via Bosio. Data 1872 l’adiacente Villa Neveux, prima residenza dei Bosio, poi palazzina direzionale dell’omonimo cavaliere e oggi sede del Comune. Del 1893 è il cosiddetto Borgo nuovo, complesso abitativo in via Fratelli Bosio con case operaie e villette a due piani per i capi reparto dello stabilimento, su disegno dell’ing. Giacomo Salvadori. Del 1924 sono gli ampliamenti ad un solo piano a ovest del primitivo stabilimento adibiti a magazzino e la costruzione della torretta in cotto a vista alta 15 metri, situata a ridosso della statale 25 del Moncenisio con la funzione di segnalare la fabbrica ai viaggiatori, oggi purtroppo visibile solo più nelle fotografie del tempo. Coeva è la palazzina destinata al custode con orologio.

Alessandro Neveux

Il cav. NEVEUX, direttore tecnico della fabbrica Bosio fratelli è insignito di medaglia d’oro all’Esposizione generale italiana di Torino del 1884 per la intelligente collaborazione e per il merito delle innovazioni eseguite nella fabbricazione delle macchine a far maglie.

Cotonificio Remmert

Strada Torino, 180 Lanzo Torinese

Nel 1892 i fratelli Augusto, Guglielmo ed Emilio Remmert, di origine prussiana, insieme al cognato Francesco Sottocornolo fondano nei pressi dell’abitato, in regione Grange, l’omonimo complesso per la Filatura e la tessitura del cotone e per la Filatura di lana pattinata. Nel 1904 l’imponente struttura, un tempo formata da una serie di ali di capannoni allineati e due ciminiere, possedeva più di 30 mila fusi e necessitava di manodopera vicino allo stabilimento. In prossimità dei fabbricati, oggi notevolmente rimaneggiati anche per le diverse destinazioni d’uso che subirono nel tempo, in particolare negli anni Trenta del secolo scorso, sono visibili le originarie palazzine per operai, a tre piani con ballatoio. Più tarde e sul lato opposto dello stradone sono la piccola chiesa, una palazzina operai, l’asilo e la palazzina per impiegati, datata quest’ultima agli anni Venti. Dall’altra parte della strada e della ferrovia, di fronte allo stabilimento sorgono rimaneggiati il villino Remmert e Sottocornolo del 1892 con parco, e l’adiacente villa padronale Sottocornolo del 1902, dalla volumetria articolata in ognuna delle quattro facciate con finestre dalle linee spezzate. Ricordiamo ancora che la vocazione industriale della famiglia prussiana vedrà la nascita nel 1905 della Società Cotonificio Valli di Lanzo che ingloberà le diverse società dalla Remmert C. a Ciriè, alla suddetta F.lli Remmert e Sottocornolo a Lanzo e alla Bocciarelli G.&C a Pessinetto e Lanzo.

Francesco Sottocornolo

Quando l’industriale milanese Giuseppe Bocciarelli impianta a Pessinetto, sempre nelle Valli di Lanzo, un opificio per la filatura del cotone insieme allo svizzero Carlo Stäubli, è preoccupato per il reperimento della manodopera. A rinfrancarlo è Francesco Sottocornolo: 

"Caro Bocciarelli resti a Pessinetto e non tenti la sorte a Lanzo. Guardi me, per trovare manodopera a sufficienza sono stato costretto a costruire un villaggio operaio. Là nella sua valle può trovare tutta la manodopera che vuole e alle condizioni che desidera" - Francesco Sottocornolo

Manifattura di Cuorgnè

Via Ivrea, 71 Cuorgnè (TO)

Progettista è l’ing. Adolf Mauke che vuole una facciata lunga 130 metri e alta 23 metri su cinque piani. Una torre centrale, alzata ancora di tre piani per mascherare la cisterna d’acqua, conferisce ancora oggi all’edificio un aspetto neo-medioevale. Accanto alla facciata si costruiscono altri due corpi laterali il primo nel 1875 e il secondo nel 1939 che danno allo stabilimento la caratteristica struttura a “U”. Accanto all’attuale ingresso è una palazzina un tempo era sede degli uffici amministrativi e abitazione abitazione della dirigenza. Poco distante dalla manifattura, in via Piave, Emilio Wenner, direttore tecnico gallese, costruisce per la sua famiglia un grazioso villino in stile nordico con eleganti decorazioni in legno sulle fronti. A partire dai primi del Novecento, al tempo in cui la Manifattura si affermava sui mercati mondiali con suoi 1300 dipendenti, la proprietà impiegò grandi capitali nella costruzione di case per le maestranze ed edifici destinati ai servizi come lo spaccio aziendale, il refettorio, un convitto femminile, una scuola materna e una casa di riposo per anziani, oltre alle ville per i dirigenti, una delle quali recentemente adattata a centro anziani comunale. Impiegati, capisala e capireparto sono perlopiù svizzeri, mentre gli operai e le operaie arrivano dai paesi limitrofi. A sud del complesso e a lato della stazione ferroviaria del 1882, si dà avvio al Borgo Manifattura, tra il 1906 e il 1948, che alloggia circa 400 operai. Il quartiere per la manodopera ha caratteristiche molto razionali, composto da una serie di edifici paralleli a due piani intervallati da strisce di terreno per la coltivazione. Coevo al Borgo e poco distante da questo è il Convitto per le operaie in via Tripoli 4, elegante edificio in muratura con decorazioni e torretta centrale del 1900 a ricordare quella dello stabilimento. Dalla seconda metà del Novecento i continui passaggi a compagnie finanziarie aggravarono già la situazione di crisi esistente e condurranno alla chiusura degli impianti alla fine del 1991.

Adolfo De Planta

Adolfo De Planta, direttore generale nel 1885 afferma che:

“In dieci anni di attività si è triplicato il materiale di produzione, avendo fisso l’obiettivo di aumentare la stessa […]. Il macchinario è all’avanguardia e i nostri stabilimenti si trovano in confronto della concorrenza in favorevoli condizioni per la modicità del loto costo, della loro capacità produttiva, per la bontà di produzione. La scelta della manodopera è tanta, ma per avere tecnici capaci bisogna rivolgersi altrove”. Adolfo De Planta

Villaggio operaio RIV-SKF

Villar Perosa (TO)

Nel 1906 Roberto Incerti, meccanico emiliano residente a Torino era già titolare in città e a Villar Perosa di due aziende artigianali per la costruzione di sfere per biciclette detenendone il brevetto italiano. Con Giovanni Agnelli senior e altri soci di minoranza fonda in Val Chisone la RIV (Roberto Incerti Villar Perosa). Nel 1908 Incerti si ritira dalla società cedendo la propria quota a Giovanni Agnelli che di fatto diviene l’unico proprietario. Villar Perosa al tempo era un piccolo paese con meno di mille abitanti dediti all’attività rurale. Già dopo tre anni la produzione aumenta e i lavoratori in fabbrica sono quasi Trecento, per raggiungere i 2500 negli anni della Prima Grande Guerra. Tra gli inizi del Novecento e i primi anni Quaranta, accanto e difronte allo stabilimento si costruiscono abitazioni per operai, impiegati e dirigenti. Vi abitano circa una sessantina di famiglie. La case hanno pianta quadrata, 2 piani fuori terra, bifamigliari o a quattro alloggi; sono presenti anche case plurifamigliari a “caserma”, a pianta rettangolare, con ballatoio e latine esterne, orto privato e lavatoio comune. Le abitazioni per gli impiegati dette “Edoardo Agnelli” sono a due e quattro alloggi; la dirigenza trova locazione lontano dalle classi subalterne e lungo viale Agnelli. Intorno sorgono strutture assistenziali quali il convitto, il teatro, la farmacia, l’asilo, un ambulatorio funzionale e scuole professionali. Al centro dell’abitato è Ia chiesa dedicata di San Aniceto, in omaggio alla madre del senatore e podestà Agnelli. Data 1909 il convitto femminile chiuso nel 1935, che ospitava ragazze nubili. Nel 1944 le bombe colpiscono e distruggono lo stabilimento e iI paese. Quello che resta dello stabilimento verrà decentrato a Pinerolo, Miradolo e Cimenz. Negli anni Sessanta la RIV sarà fusa con la svedese SKF e nel 1979 assumerà la denominazione SKF Industrie.

Si ringraziano i Comuni, le Associazioni e i privati e tutti coloro che hanno collaborato ai testi e inviato le immagini pubblicate su questo sito. Per alcune immagini non è stato possibile contattare la proprietà, ci riserviamo di farlo a breve.