Villaggi operai in Europa

Workers' villages

Un esperimento economico-sociale

Dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’espandersi delle nuove realtà industriali, l’esigenza di fornire una casa (vicino alla fabbrica) ai lavoratori iniziò ad assumere un significato importante. I villaggi operai incominciarono a sorgere in molte regioni del nord Europa, dove per prima era iniziata la seconda rivoluzione industriale: dall’Inghilterra alla Germania, poi alla Francia e al Belgio per poi diffondersi nell’Italia settentrionale e, in particolare, in Piemonte.

Si trattò di un esperimento economico-sociale le cui origini risalgono però al Settecento, quando a seguito degli albori industriali nonché del pessimo stato organizzativo delle prime città legate alla produzione in fabbrica, si diffusero, soprattutto in Francia ed in Inghilterra, le teorie illuministe e socialiste. Le company town rappresentano così una realtà di compromesso tra l’utopia socialista e l’insufficiente intervento pubblico nella risoluzione dei problemi urbanistici e sociali generati dall’introduzione dei processi industriali. La fabbrica spesse volte non fu solo il motore di sviluppo di un comune e di quelli limitrofi, ma conferì al luogo la sua stessa identità. Ne sono testimonianza ad esempio il villaggio scozzese di New Lanark e quello francese di Muhlouse. Oggi sono considerati dei veri e propri musei a cielo aperto, ristrutturati e mantenuti nella loro struttura originale, tanto che molti di loro (Saltaire, New Lanark, Grand Hornu) sono oggi inseriti nella lista dei patrimoni dell’umanità tutelati dall’UNESCO.

Alcuni esempi

Villaggi operai in Europa

  • Saltaire - Inghilterra
  • Noisiel - Francia
  • New Lanark - Scozia
  • Cité Martini - Svizzera
The Alms Houses today (inviate da Saltaire)

Saltaire - Inghilterra

Victoria Road, Shipley, Bradford BD18 3L
Il Villaggio di Saltaire, si trova nel distretto metropolitano della città di Bradford nel cuore del West Yorkshire, e risale al 1853 per opera di Titus Salt, già produttore di tessuti pettinati a Bradford.

Menier Emile Justin gravure des usines_de Noisiel Seine et_Marne-Archives departementales de la Seine et Marne

Noisiel - Francia

26 place Émile-Menier - Francia
Situato nella Valla della Marna a 25 chilometri circa ad est di Parigi, il Villaggio operaio di Noisiel nasce nel 1862 per volere di Emile-Justin Menier attorno alla piccola azienda famigliare di cioccolato voluta già nel 1853 dal padre Antoine Brutus.

New Lanark - world heritage site

New Lanark - Scozia

New Lanark Rd, Lanark ML11 9DB, Regno Unito
Il villaggio di New Lanark in Scozia, a poco più di mezz’ora da Edimburgo, sorge sulle sponde verdeggianti del fiume Clyde. Le sue origini risalgono al 1785, quando l'imprenditore tessile David Dale, insieme a Sir Richard Arkwright, fonda una filatura di cotone e inizia a costruire alloggi e servizi per i lavoratori e migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro.

La Cité Martini

Cité Martini - Svizzera

Un tentativo di Villaggio operaio lo si trova non lontano dalla cittadina elvetica di Marin-Epagner nel distretto di Neuchâtel, nella Svizzera occidentale. A volerlo fu Adolf von Martini, figlio di Friedrich von Martini, aristocratico industriale di origini ungheresi, che nel 1862 si traferisce a Frauenfeld, nel Cantone tedesco della Turgovia, dopo il successo ottenuto con la creazione del suo fucile a retrocarica.

Villaggio operaio di Saltaire

Victoria Road, Shipley, Bradford BD18 3L - Inghilterra

Titus Salt, preoccupato per l’ambiente inquinato e le pessime condizioni di vita dei lavoratori della città, decise di costruire una comunità industriale modello per migliorare la vita dei suoi lavoratori e delle loro famiglie. Salt scelse per l’insediamento un’area rurale con buoni collegamenti stradali, ferroviari e canalari e commissionò un nuovo e vasto mulino. Questo fu progettato dall’ingegnere William Fairbairn, che riuscì a predisporre in un unico edificio tutto il ciclo produttivo dalle materie prime ai tessuti in alpaca. Gli architetti Thomas Lockwood e William Mawson diedero lo schema architettonico al villaggio In circa venti anni si costruirono 820 case in pietra di varie dimensioni, numerosi negozi, scuole elementari e superiori, strutture per l’istruzione degli adulti, bagni pubblici, una lavanderia, un ospedale ricovero per anziani e disabili, due chiese, un enorme istituto culturale, con biblioteca, palestra e grande sala, per attività ricreative al coperto ed eventi sociali, un parco di 14 acri con una serie di strutture sportive e un refettorio. La produzione tessile cessò nel 1985 e gli attuali proprietari del Salts Mill utilizzano ora parte degli spazi per esposizioni d’arte e attività commerciali. Qui è custodita la più grande collezione privata di opere ddell’artista David Hockney. Oggi Saltaire è uno degli insediamenti industriali vittoriani più completi e il 94% della struttura originale è ancora intatto. Dal 2001 è tutelato dall’UNESCO

Sir Titus Salt

Le sue grandi convinzioni religiose lo portarono a voler migliorare le relazioni tra capitale e lavoro. Fu certamente ecologista ante litteram Era ossessionato dalla troppa gente, dalle troppe macchine, dai troppi grandi rischi che una vita così caotica, come quella che si avvicendava attorno agli stabilimenti disumanizzasse la vita dei propri dipendenti.

“Spero di attirare intorno a me una popolazione che apprezzerà le bellezze di questo quartiere: una popolazione di operai ben pagati, contenti e felici. Ho dato istruzione ai miei architettiche nulla sarà risparmiato affinché le abitazioni degli operai siano un modello per il Paese e se la mia vita sarà risparmiata dalla Divina Provvidenza, spero di vedere soddisfazione, contentezza e felicità intorno a me” - Sir Titus Salt

Villaggio operaio di Noisiel

26 place Émile-Menier - Francia

Emile Justin Menier ingrandisce il fabbricato detto quindi la Cattedrale, facendola diventare la fabbrica di cioccolato più grande del mondo e trasformando questo piccolo centro rurale in un importante centro industriale, che in meno di cinquant’anni passa da 165 a 1254 abitanti. Su un’area di circa 30 ettari egli costruisce edifici in mattoni per la sua manodopera e istituzioni di carattere assistenziale e sociale per i dipendenti e le loro famiglie. Scuole, asilo, refettorio, spaccio alimentare, pensionato, municipio, ufficio postale, panificio e ristorante erano riuniti perpendicolarmente allo stabilimento, ma separati dalle abitazioni dalla grande e alberata Piazza delle Scuole. Vi erano circa duecento villette a due piani, munite di orto e giardino con lavatoio e tettoia per la legna, cantina e soffitta e i servizi igienici erano posti fuori dall’abitazione e raggiungibili da una scala interna. Ai lati delle stradine graziosi lampioni a gas illuminavano il quartiere e semplici fontanelle laterali permettevano l’approvvigionamento dell’acqua potabile. Sul lato opposto, separato da un grande giardino, troneggiava il Castello privato di Noisiel, residenza dei Menier. Oggi, di questo insediamento chiuso nel 1959, dopo vari passaggi di proprietà, rimangono 12 edifici tutti ristrutturati circondati da giardini. La fabbrica di cioccolato subirà ora una metamorfosi per diventare uno spazio dedicato al benessere. Il progetto prevede la conservazione delle facciate storiche, tra cui il famoso mosaico dell’albero del cacao. Interessante è sapere che il medico igienista italiano Luigi Pagliani nelle sue Memoire del 1903 affermava che “le prime case costrutte dal comm. Leumann a Collegno [in Italia] sono sul tipo di quelle della Fabbrica di cioccolato dei signori Menier a Noisiel”.

La Cité Martini

Marin-Epagner nel distretto di Neuchâtel, nella Svizzera occidentale

Nel 1897 Adolf incomincia la produzione di auto elettriche sulla scia di motori idraulici e a combustione che già suo padre aveva prodotto verso il 1870. Delle varie sedi aperte da Martini solo quella di Saint-Blaise diventa autonoma e produce modelli automobilistici Martini con denominazione “Martini Automobiles Company Limited” che sarà poi venduta a una società britannica. Tra il 1905 e il 1906 si inizia la costruzione della Cité Martini finanziata dalla famiglia Martini e dalla Società Immobiliare Marin-Saint-Blaise su progetto degli architetti locali Prince e Béguin. Oltre alla villa padronale, costruita per Adolf Martini tra 1906 e il 1910, si costruirono trenta casette per sopperire alla carenza di abitazioni attorno all’industria, nonché alla totale assenza dei trasporti pubblici. La Cité è formata di dieci file di tre abitazioni bifamigliari dotate di orto-giardino che formano un gruppo di trenta unità familiari. Le case sono a due piani con cucina, due camere, un WC e una sala al piano terra, mentre altre due camere occupavano il piano superiore; nel seminterrato era una cantina. Le due strade che si intersecano al centro del quartiere evocano l’inizio di un villaggio dotato di tutte le strutture assistenziali e ricreative per la manodopera, come già aveva costruito Napoleone Leumann a Collegno, diventato parente stretto con i Martini. Gli edifici sono in muratura rustica e rivestimento esterno sobrio, lastre su travi metalliche al piano terra e travi in legno al piano superiore e sul tetto a testimoniare lo stile architettonico regionale, detto Heimatstil, usato nelle case operaie con un preciso schema costruttivo. La disposizione delle facciate e l’articolazione dei tetti permettono di distinguere i diversi tipi di edificio. Nel 1934 a seguito della Grande Depressione l’azienda chiuse i battenti e oggi, dopo vari passaggi di mano il sito è tutelato dal Consiglio di Stato su iniziativa del Comune di Marin-Epagnier.

Adolf von Martini

Ingegnere e ottimo tecnico rimase impressionato dal veicolo a motore realizzato da Carl Benz e nel 1888 assunse la direzione della fabbrica di macchine Martini & Co voluta dal padre Friedrich e la riconvertì già nel 1897 nella produzione di automobili. Nel 1902 il numero di veicoli prodotti aveva già raggiunto le 30 unità. I successi conseguiti portarono all’apertura di un’officina a Saint-Blaise. Nel 1911 al 1° Rally di Monte Carlo una Martini era tra i partecipanti.

“Con mio fratello abbiamo costruito un’auto sperimentale con motore posteriore […] ci apriremo alle esportazioni dell’oltre Oceano” - Adolf von Martini

Villaggio operaio di New Lanark

New Lanark Rd, Lanark ML11 9DB, Regno Unito

Nel 1800, la gestione degli stabilimenti passa al genero di Dale, Robert Owen, industriale gallese visionario e riformatore sociale. Egli guiderà New Lanark per oltre 25 anni, ispirandosi all’esempio di Dale e ampliandolo. Sotto la guida di Owen, il villaggio divenne la casa di oltre 2.500 persone e un simbolo globale di pratiche industriali progressiste. Owen introdusse alloggi costruiti ad hoc, strutture comunitarie e iniziative di welfare pionieristiche. Creò scuole, asili e corsi serali per i lavoratori. Contribuì all’istituzione di un servizio sanitario sostenuto dalla comunità, di pensioni sociali e di sussidi di disoccupazione, finanziati in parte da piccoli contributi provenienti dai salari dei lavoratori. Incoraggiò una vivace vita sociale e culturale attraverso spazi ed eventi condivisi. L’orario di lavoro fu ridotto a 10,5 ore al giorno, un miglioramento significativo per l’epoca. Il lavoro minorile non fu completamente abolito sotto la guida di Owen, ma limitato e le punizioni corporali furono vietate nelle scuole. Dal punto di vista architettonico, notevoli il Mulino n. 3, costruito nel 1820 con una struttura metallica ignifuga, e il Mulino n. 4, che vanta un pavimento galleggiante sospeso su griglie di ferro e un tetto in lastre di ghisa. Le attività principali di filatura del cotone a New Lanark sono proseguite fino al 1968, ma un’attività di filatura su piccola scala è rimasta attiva fino al 2024. Negli ultimi anni, questa filatura ha prodotto filati per progetti unici e di alta qualità, tra cui la particolare lana utilizzata per creare i costumi dei personaggi dei film di Harry Potter.
Nel 2001, New Lanark è stato inserito nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, riconosciuto come un esempio raro e ben conservato di villaggio di mulini del XVIII secolo costruito appositamente e come modello vivente della prima società industriale guidata da valori umani. Oggi nel villaggio vivono oltre 200 persone. Il sito restaurato continua a prosperare come centro per mostre, istruzione, eventi culturali e turismo culturale, portando avanti lo spirito della visione storica di New Lanark.

Robert Owen

Robert Owen, spesso indicato come il padre dei movimenti cooperativi e di riforma sociale in Gran Bretagna, si colloca accanto a Charles Fourier e Claude Henri Saint-Simon come uno dei grandi socialisti utopisti dell’inizio del XIX secolo. Nato nel Galles, Owen iniziò la sua vita lavorativa come apprendista e divenne un manager di successo e comproprietario di uno dei più grandi mulini della Gran Bretagna. Le sue esperienze lo portarono a credere che il carattere di una persona fosse formato dall’ambiente in cui viveva e che il miglioramento delle condizioni sociali avrebbe portato non solo al benessere individuale ma anche al successo economico.
Owen rifiutò la dura realtà del sistema industriale dominante, dominato sulla competizione e sull’interesse personale, e sostenne invece la necessità di una società cooperativa, incentrata sulla comunità. In seguito tentò di trapiantare la sua visione negli Stati Uniti fondando la comunità di New Harmony nell’Indiana. Sebbene l’esperimento sia fallito, le idee che incarnava hanno avuto un’influenza duratura sull’istruzione, sui diritti dei lavoratori e sul movimento cooperativo.

“Formare ed educare la generazione nascente sarà sempre il primo obiettivo della società, al quale tutti gli altri saranno subordinati”. - Robert Owen

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