Il Villaggio Leumann è uno dei primi e più significativi villaggi operai in Italia di fine Ottocento sia per le sue forme architettoniche Liberty, sia per il disegno sociale che ne sta alla base. Fu edificato a Collegno, alle porte di Torino, tra il 1875 ed il 1912 dall’imprenditore svizzero Napoleone Leumann a fianco dell’omonima azienda tessile. Fu in parte progettato dall’”Ingegnere igienista” torinese Pietro Fenoglio, figura di spicco del Liberty internazionale nonché autore di alcuni degli edifici più significativi e arditi di questa nuova corrente stilistica. Tra il 1906 e il 1912, Pietro Fenoglio, lavorò al Villaggio Leumann, progettando un complesso di edifici per migliorare le condizioni di vita degli operai, rafforzando il legame tra casa e lavoro. Fenoglio collaborò strettamente con Napoleone Leumann, occupandosi anche di incarichi finanziari in aziende piemontesi L’architetto progettò due comprensori, ciascuno con un asse stradale che si estendeva perpendicolarmente a corso Francia e terminava in piccole piazze.
Il villaggio si sviluppa su un’area di 72.000 metri quadrati con una pianta triangolare, delimitata a nord da corso Francia, a est dalla bealera di Orbassano e a sud-ovest dalla bealera di Grugliasco. Al centro si trova la fabbrica, cuore pulsante di tutta la Borgata, mentre ai lati ci sono due complessi edificati in periodi diversi, composti da edifici residenziali e strutture per servizi.
Le abitazioni erano tutte unifamiliari, con ingresso indipendente dalla strada per rispettare l’individualità e la privacy degli abitanti. Ogni casa aveva un giardino e un orto privato, in un contesto circondato da alberi e fiori.
Un intricato reticolo di strade laterali permette di scoprire i 42 villini e gli edifici dedicati ai servizi. Le casette, pensate dall’imprenditore come un collegamento tra città e campagna, tra società tradizionale e industriale, sono ancora dotate di orti, permettendo agli operai di mantenere le loro abitudini rurali. Il villaggio presenta sei diverse tipologie di edifici, alcuni con mattoni a vista, altri intonacati o con finiture miste, ma sempre mantenendo un aspetto omogeneo grazie all’uso di moduli elementari combinati creativamente. Lo stile Art Nouveau è evidente nei dettagli come le formelle in ceramica sulle finestre, i ferri battuti decorativi sulle porte e le pitture ornamentali. L’opera più rappresentativa è la Chiesa di S. Elisabetta (1907) nel comprensorio ovest, ultimo progetto di Fenoglio.
Il Villaggio Leumann comprendeva edifici assistenziali progettati per migliorare la vita degli operai del cotonificio. Tra questi, il Convitto delle Giovani Operaie offriva alloggio e formazione alle lavoratrici lontane da casa, mentre i Bagni Pubblici garantivano servizi igienici adeguati. L’istruzione era assicurata da una scuola elementare e un asilo nido, all’avanguardia per l’epoca. La Chiesa di Sant’Elisabetta, in stile Liberty, fungeva da luogo di culto, e l’Ufficio Postale e la “Stazionetta” facilitavano comunicazioni e spostamenti, integrando il villaggio nel contesto circostante.
I LUOGHI DI INTERESSE
Gli operai del cotonificio e le loro famiglie vivevano in abitazioni unifamiliari con giardino e orto, promuovendo l’autosufficienza alimentare. La giornata iniziava presto, con gli adulti impegnati nel lavoro in fabbrica e i bambini che frequentavano la scuola elementare del villaggio, dove ricevevano un’istruzione di qualità. Le giovani operaie provenienti da lontano alloggiavano nel Convitto, dove oltre al vitto e alloggio, ricevevano formazione in economia domestica.
UN VIAGGIO NEL CUORE DELLA BORGATA LEUMANN
L’opificio rappresentava per gli abitanti del Villaggio non solo una fonte di lavoro e sostentamento, ma anche un elemento centrale di identità. Nel corso degli anni, l’attività della fabbrica ha generato un forte senso di appartenenza, grazie alla condivisione di valori, tradizioni, storia, lingua e interessi comuni. Queste esperienze collettive hanno profondamente influenzato la vita degli abitanti, modellando il loro modo di identificarsi e relazionarsi con il mondo esterno. Napoleone Leumann affermava che “chi sta meglio, si ribella meno”, ma è andato oltre il semplice ruolo di imprenditore illuminato, riuscendo a creare una comunità unita e orgogliosa. Ancora oggi, quei tempi vengono ricordati con emozione e gratitudine.
edifici
Napoleone affianca il padre con grande impegno e, alla sua morte nel 1896, ne prende il posto portando il panno Leumann, grazie alla sua buona qualità, a guadagnarsi fasce di mercato a tal punto che nel 1900 all’Esposizione Internazionale di Parigi ottiene il massimo del riconoscimento: il Grad Prix e Napoleone viene premiato personalmente con una decorazione alla Legione d’Onore in quanto miglior produttore europeo di stoffe. Lo stesso riconoscimento arriverà quattro anni dopo a St. Louis e nel 1910 l’onorevole Giovanni Giolitti, in visita al Villaggio, premierà l’imprenditore per il suo spirito filantropico.
Descritto dai giornali dell’epoca come un uomo piccolo e taciturno, ciò che lo distingue dagli altri imprenditori del tempo è certamente la sua filantropia che ne farà una figura di spicco nel mondo torinese.
Oltre ai numerosi edifici assistenziali realizzati all’interno del Villaggio, Leumann contribuì alla costruzione dell’acquedotto comunale di Collegno, e in segno di riconoscenza, il sindaco Audifredi gli dedicò una fontana nella piazza del Municipio. Leumann avviò numerose iniziative assistenziali e sociali in tutta la provincia. Nel 1899 entrò nel comitato direttivo dell’Istituto Medico Pedagogico per bambini con disabilità, e nel 1902 contribuì alla fondazione della Società Torinese per le Abitazioni Popolari. Nel 1903 venne nominato membro del comitato esecutivo del Patronato scolastico, occupandosi della distribuzione di vestiti e materiale scolastico. Nel 1904 divenne direttore del Regio Ospizio di Carità, che accoglieva oltre 1500 persone bisognose. Tra il 1910 e il 1930, presiedette la Casa Benefica per giovani abbandonati, fornendo assistenza a ragazzi e ragazze in difficoltà.
La sua opera più rilevante fu la Casa del Sole, una colonia profilattica a Rivoli, creata per combattere la tubercolosi. Il progetto, interamente finanziato da Leumann, includeva cucine, refettori, bagni e una sala studio. Nel 1928, medici di 17 paesi stranieri, invitati dalla Società delle Nazioni, riconobbero la colonia come modello per la profilassi. Sempre a sue spese, Leumann creò anche una colonia.
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